L’Associazione Italiana Chef, attraverso i suoi percorsi formativi e le sue iniziative nel campo del food, ha un fine ben preciso:

CREARE GLI CHEF DEL FUTURO!

Lo chef del futuro non si limiterà a preparare piatti gustosi con l’unico scopo di soddisfare il palato e di riempire la pancia dei suoi clienti! 

Lo chef del futuro si preoccuperà di realizzare pietanze capaci di fondere gusto e benessere, sostituendo il “dare da mangiare” con il “nutrire”, garantendo le giuste combinazioni alimentari e i migliori apporti nutritivi al fine di assicurare al cliente benefici per il suo organismo. 

Lo chef del futuro avrà a cuore la salute dei suoi clienti e dell’ambiente in cui viviamo.

Andare al ristorante non sarà più accontentarsi, ma rappresenterà un momento per pensare a sé stessi, unendo allo svago anche il rispetto per la propria salute magari scoprendo che mangiare “sano” non è sinonimo di “rinuncia”.

Lo chef del futuro utilizzerà materie prime di qualità, rispettando la stagionalità dei prodotti, e avrà un’attenzione costante alla sostenibilità delle sue scelte.

Lo chef del futuro sarà attento agli inverosimili sprechi padroni delle nostre cucine,ripensando il proprio lavoro quotidiano e l’importanza di gestire i costi e riorganizzando lo stoccaggio. 

Lo chef del futuro avrà sensibilità e consapevolezze nuove sui temi della sostenibilità e della riduzione dell’impatto sull’ambiente e la comunità

Lo chef del futuro sarà portavoce di quattro temi portanti e rivoluzionari: Food WasteFull CostingHealthy Eating e Digital Capabilities

Meravigliosi esempi ci provengono dalla Gran Bretagna e dall’America, dove due chef donne hanno fatto di questa filosofia un modello etico ideale:

CLARE SMITH (Gran Bretagna): tre stelle michelin, propone piatti dalle caratteristiche uniche. I prodotti della natura diventano assoluti protagonisti delle preparazioni dando enfasi a ingredienti di qualità e dai forti connotati etici e sostenibili. E proprio all’insegna della territorialità, Clare seleziona scrupolosamente ogni ingrediente, andando a visitare le aziende, affidandosi ai contadini con i quali ha avuto modo di lavorare negli anni, alla ricerca delle realtà locali che lavorano in chiave sostenibile. 

ALICE WATERS (California): era il 1971 quando la chef aprì Chez Panisse. In un luogo dove la cultura era quella dei fast food, Alice Waters diede vita ad un Farm to Table (dalla fattoria alla tavola). Partendo da un menù giornaliero fino al riportare i nomi delle fattorie locali da cui si riforniva, divenne precursore del tema della tracciabilità e di una cucina rigenerativa innalzandosi a portavoce di quella che lei stessa ama definire “educazione commestibile”

 Ma cosa vuol dire, oggi, sostenibilità per un ristorante? AIC e i suoi “Chef del Futuro” rispondono: “Consapevolezza, logica, razionalità. Uno chef deve sapere sempre come trattare un alimento per evitare gli sprechi e per garantire la salute dell’essere umano e dell’ambiente in cui vive”.