Da Firenze a Roma per amore e nel lavoro tanto entusiasmo per rimettersi in gioco, ripartendo da zero nel settore della cucina. Per trasformarla da passione a professione. La svolta di Monica, tra il presente e i progetti futuri: “Il mio motto? Crederci sempre… Mollare mai… In un percorso inesauribile di crescita”.

Come e quando hai iniziato questo lavoro? Formazione e prime esperienze.

La mia è stata una formazione classica. Alle spalle esperienze lavorative lunghe, bellissime e fortemente plasmanti, iniziate nella mia terra natale, Firenze. Ho mollato tutto e mi sono trasferita a Roma, circa 25 anni fa, per amore. E’ stata dura sotto ogni profilo, specialmente reinserirmi nel mondo del lavoro, in una realtà che ancora non mi apparteneva. Ma l’entusiasmo non mi è mai mancato. Un ruolo di circa 15 anni nel settore del Web Project Management poi un nuovo “bivio”, davanti al quale, senza esitare, ho scelto di mettermi ancora una volta in gioco, ripartendo da zero.

In questa fase è nato il mio Blog, da me progettato e costruito a livello editoriale e grafico. Una vetrina che mi ha permesso di lavorare come Food Writer e Food Blogger, collaborando con importanti Aziende Italiane per le quali ho ideato e realizzato menù ed articoli. Contemporaneamente ho ideato e realizzato un Format di Cucina (La mia cucina a colori), un Percorso di cucina amatoriale del quale ho curato ogni aspetto: grafica, pubblicità, ricette, e-book e cooking show. Nonostante tutto il ruolo mi stava ancora stretto. Ed è stato allora che ho deciso di seguire incondizionatamente la passione che mi accompagna da tutta la vita. La cucina.

Per Lei, ormai da adulta, ho affrontato una lunga ed intensa formazione tecnica presso l’Italian Chef Academy di Roma e conseguito il Diploma di Chef professionale e tre Master di Specializzazione AIC in “Carni Bianche, Rosse, Nere”, “Pesce e Crostacei” e “Panificazione della Ristorazione”.

Un primo lavoro nella cucina intima di un piccolo Bistrot Romano, poi una full immersion di tradizione Ebraico Tripolina in uno dei più antichi ristoranti etnici della Capitale, per arrivare alla cucina raffinata e tecnica di Adelaide, il salotto-ristorante all’interno del Luxury Hotel Vilon di Roma, dove ho lavorato sotto la guida dell’Executive Chef Gabriele Muro.

Ed oggi eccomi qui. Chef a domicilio, per scelta, ma non solo. Organizzo eventi privati a domicilio, Show Cooking, Corsi di Cucina e Lezioni Private, Laboratori per bambini di tutte le età, senza tralasciare il Food Writing e le Consulenze, anche per le nuove Start Up.

Il mio motto? Crederci sempre… Mollare mai… In un percorso inesauribile di crescita.

Da dove nasce questa passione?

Ho avuto la fortuna di nascere in una famiglia amante del buon cibo. Babbo Fiorentino, mamma di origini Sarde. La tavola della mia infanzia e della mia adolescenza è stata caratterizzata da una grandissima varietà di specialità della tradizione Italiana. Dalla pasta fresca e ripiena con i suoi condimenti, agli arrosti e stufati di carni, cacciagione inclusa, frutta e verdura a Km 0 direttamente dal nostro orto e dolci dalla storia antica. Il mio mentore? Un grandissimo sperimentatore autodidatta: il babbo.

Io, da sempre sognatrice, curiosa e creativa. Sono cresciuta studiando e lavorando, utilizzando tutto il mio tempo libero per le mie passioni più grandi, dipingere e cucinare.

Con i miei risparmi spesso compravo colori, pennelli e riviste, libri ed utensili da cucina.

Unico denominatore comune: creare, dar vita, con le mie mani, a qualcosa di nuovo, partendo da un’idea.

La cucina rappresenta il completamento del mio lato artistico, la forma d’arte attraverso la quale mi esprimo, sperimento, trasformo, realizzo.

Immagino i miei piatti come una tela bianca all’interno della quale i soggetti sono gli ingredienti, i profumi ed i sapori, mixati e sfumati in un universo di colori.

Chi sono gli chef che ti hanno ispirato di più?

Partiamo con due grandissimi Chef, fonte di ispirazione anche dal punto di vista della sostenibilità.
Anche se non sono vegetariana o vegana, Pietro Leemann: amo i suoi piatti sani, eleganti, coloratissimi e gioiosi. Adoro la sua cucina “pop”, fatta di ingredienti poveri con i quali l’autore si diverte a giocare.
Antonia Klugmann: ed il suo piccolo ma “grande” ristorante di campagna fondato sul concept di stagionalità, territorio e le sue origini, km 0 e riduzione degli sprechi.

E poi c’è la mia tradizione Toscana, reinventata e reinterpretata attraverso i piatti di uno Chef camaleontico ed audace come Marco Stabile. Una cucina che coglie l’antico ed il moderno, le radici ed il futuro in un mix di grandi classici con divagazioni a tutto campo.

Ed infine la mia nuova realtà Romana, rappresentata perfettamente da Marco Martini con la sua cucina contemporanea, mai scontata, a metà tra memoria ed innovazione, essenziale e priva di fronzoli.

Come definiresti il tuo stile in cucina?

La cucina è uno dei più bei gesti d’amore. La mia cucina è amore e passione.

E’ fantasiosa, colorata, a volte semplice ed istintiva, a volte più ragionata. Sempre attenta alla selezione delle materie prime ed alla stagionalità degli alimenti.

La passione, la determinazione, la sete di conoscenza, rappresentano per me gli stimoli che mi accompagnano e mi ispirano in questo importante percorso di crescita professionale.

Sono un’umile allieva in un universo infinito di conoscenza.

Cucina e sostenibilità: una tua riflessione su una delle tematiche più attuali e rilevanti.

La salvaguardia del pianeta, la riduzione dello spreco alimentare: sono tutte componenti importanti della sostenibilità. Anche e soprattutto in cucina.

Mai come negli ultimi anni il tema della sostenibilità si è legato alla cucina. Lo Chef è diventato portavoce in prima persona di una delle tematiche più attuali.

Anche la Guida Michelin ha trovato essenziale includere la sostenibilità tra i parametri di valutazione e per la prima volta, tra le Stelle attribuite, sono apparse le Stelle Verdi, il cui scopo è appunto quello di celebrare e incoraggiare le iniziative sostenibili nel campo della gastronomia.

Cosa fare? Partire dalla ricerca degli ingredienti, prediligere il km 0, seguire la stagionalità, scegliere tecniche di lavorazione e cottura con un basso impatto ambientale, utilizzare gli ingredienti nella loro completezza, applicare la giusta modalità di conservazione, rispettare uno smaltimento differenziato dei rifiuti, utilizzare materiali eco-sostenibili, sensibilizzare i consumatori.

Per questo è fondamentale l’educazione alimentare. Bisogna conoscere le materie prime, le tecniche, i materiali. E qui vorrei citare l’impegno e la scelta di Italian Chef Academy, prima scuola di arti culinarie “green e sostenibile” in Italia.

Nel mio piccolo, il format del Corso di Cucina da me ideato è costruito sul tema “Love Food, Not Waste”. Recupero in cucina, ma non solo. Tante idee e suggerimenti per realizzare menù d’effetto, con un budget ridotto, senza rinunciare a gusto e raffinatezza. Quindi consigli e trucchi per rendere la cucina più economica ed ecosostenibile, perché il non-spreco comincia da una spesa fatta con criterio ma continua con la scelta di tecniche e strumenti di cottura.

Come sarà lo chef del futuro?

Sarà in grado di adattarsi e reinventarsi (già molti lo stanno facendo), saprà valorizzare al massimo la materia prima, sarà attento alla scelta dei prodotti e saprà ascoltare e soddisfare le richieste del mercato.

Non avrà paura di riportare alla luce ricette dimenticate della tradizione e le realizzerà con tecniche innovative. Tradizioni e contaminazioni.

Sarà uno Chef dalle grandi competenze e sarà una figura “green”, sostenibile a 360°.

Un desiderio ancora da realizzare?

Sono una “diversamente” giovane a livello anagrafico ma un’adolescente per l’entusiasmo con cui affronto la vita ed i progetti che ho in testa. Il sogno nel cassetto? Un piccolo Bistrot tutto mio. Un piccolo locale a gestione familiare. Una cucina a vista, il mio affaccio sulla sala come fosse sul mondo, max 20 coperti. Un’atmosfera raffinata ma amichevole, toni soffusi, menù che cambia frequentemente, seguendo la stagionalità delle materie prime. Un ambiente caldo, caratterizzato da piatti “disegnati”, colorati, belli e ricchi d’amore.

Una cucina Fiorentino-Romana, quella che ha contraddistinto la mia vita, divisa tra le due città, rivisitata in chiave moderna, fantasiosa e colorata. Pasta fresca e dolci rigorosamente fatti a mano. Una seconda casa dove tenere i miei Corsi di cucina, realizzare laboratori per bambini e raccontare storie di persone e di cibo…

Gli ‘ingredienti’ per diventare una chef di successo.

Al primo posto metto l’etica, intesa come rispetto. A seguire una buona dose di energia… carica e forza, non solo fisica. tenacia. Poi umiltà, creatività, passione, dedizione, studio e ricerca continua. E’ indispensabile sviluppare nuove competenze per affrontare consapevolmente le sfide di un settore che sta attraversando un momento di profondo cambiamento. Chiudo con un ultimo aspetto, non per importanza: mantenere sempre la propria identità, in tutto quello che facciamo.