L’Associazione Italiana Chef ha selezionato le migliori paste italiane del 2022 e svolgerà un contest per stabilire la Miglior Pasta Italiana 2022, l’ottava pasta che verrà presentata è la Pasta Gerardo di Nola.

La pasta Gerardo di Nola è il risultato di anni di passione ed esperienza tramandate dai maestri pastai. Nata a Gragnano nel 1870, il vento, il sole e l’umidità, uniti alla lunga esperienza dei maestri pastai, rendono questa città ideale per la produzione della pasta di grano duro. Negli anni ’30 l’azienda trasferisce la propria sede a Castellammare di Stabia, per poi tornare nel ’95 a Gragnano.

La produzione di questa pasta segue metodi artigianali. L’essiccazione è una delle fasi più importanti della produzione, il processo dura tra le 15 e le 24 ore, a seconda del formato, e viene svolto a basse temperature per permettere di preservare il gusto e le caratteristiche organolettiche e permettere ai profumi dei chicchi di esprimersi in superficie.
La pasta corta viene essiccata su graticci di legno, mentre la pasta lunga viene adagiata su botti e poi su carrelli, prima che entrambe vengano poste per un po’ in un’unità statica per prepararle al confezionamento.

Una delle caratteristiche essenziali di questa pasta è che l’acqua che proviene dalla falda locale. L’acqua, infatti, è uno dei fattori che determinano il sapore della pasta di Gragnano, per questo viene utilizzata solo acqua della sorgente del Monte Faito, povera di calcare, che conferisce alla pasta il suo carattere unico.

La pasta Gerardo di Nola è prodotta esclusivamente con semola di grano duro italiano proveniente da partner selezionati. La semola si ottiene dalla macinazione del grano duro, che conferisce alla pasta il suo colore giallo ambrato, e gli elementi proteici che vengono convertiti in glutine dopo essere stati idratati durante la lavorazione. Il glutine è l’elemento portante della pasta, ne determina infatti l’elasticità nella cottura, un gradevole profumo e un gusto leggermente sapido.

La pasta Gerardo di Nola viene realizzata solo con trafile al bronzo che danno forma alla pasta attraverso fori sagomati. Si ottiene così una pasta ruvida e porosa, con una consistenza vivace e corposa, adatta per accogliere e valorizzare il sugo e i condimenti. La pasta trafilata al bronzo, inoltre, si distingue dalle altre paste per la colorazione opaca e grezza.