Il Ficodindia di San Cono DOP si riferisce ai frutti allo stato fresco, despinati, delle seguenti cultivar della specie Opunzia ficus indica: Sulfarina o Nostrale (detta anche Gialla), Sanguigna (detta anche Rossa), Muscaredda o Sciannarina (detta anche Bianca). È ammessa inoltre una percentuale massima pari al 5% di ecotipi locali.

Metodo di produzione
Sono considerati ecotipi locali, quindi ammessi nella DOP, le selezioni di Trunzara relative alle cultivar Surfarina, Sanguigna e Muscaredda. Prima dell’impianto il terreno deve essere adeguatamente lavorato e concimato. Gli impianti sono esclusivamente di tipo specializzato, con densità di piantagione da 200 a 650 piante per ettaro. Nel periodo compreso tra il 10 maggio e la fine di giugno si esegue, di norma, la “scozzolatura” ovvero l’eliminazione dei fiori o dei frutticini primaverili così da indurre una seconda fioritura e la fruttificazione tardiva. La raccolta si effettua 20 agosto al 30 settembre per i frutti di prima fioritura, detti Agostani, e dal 10 settembre al 31 dicembre per i Tardivi o Scozzolati. Per l’immissione in commercio i frutti devono necessariamente essere sottoposti a despinazione.

Aspetto e sapore
Il Ficodindia di San Cono DOP è un frutto di grandi dimensioni, con peso variabile da un minimo di 105 fino a 270 g (con tolleranza del 5%). La buccia ha colore intenso, con sfumature dal verde al giallo-arancio per la cultivar Surfarina; la cultivar Sanguigna ha invece sfumature dal verde al rosso rubino; sfumature dal verde al bianco paglierino per la cultivar Muscaredda. Il profumo è delicato e il sapore risulta molto dolce.

Zona di produzione
La zona di produzione del Ficodindia di San Cono DOP interessa il territorio posto ad altitudine compresa tra 200 e 600 metri s.l.m. dei comuni di San Cono e San Michele di Ganzaria, in provincia di Catania, Piazza Armerina in provincia di Enna e Mazzarino in provincia di Caltanissetta, nella regione Sicilia.

Storia
La presenza del ficodindia in Sicilia è secolare. Già nella prima metà dell’Ottocento la coltura veniva considerata una delle più rilevanti per il territorio, tanto da essere definita “la manna, la provvidenza della Sicilia” dall’agronomo francese De Gasparin (1840). Nella zona di San Cono si afferma come coltura specializzata a partire dagli anni Settanta del XX secolo.

Gastronomia
Se mantenuto a basse temperature, il Ficodindia di San Cono DOP si conserva anche per alcune settimane. Oltre che come gustoso frutto fresco, viene utilizzato in cucina per la preparazione di numerose ricette: arrosto oppure sbollentato può diventare ingrediente di sfiziose insalate; può essere fatto ripieno, con provola e cipolla, poi fritto e condito con salsa di pomodoro; o ancora può essere usato per condire spaghetti, riso o piatti a base di carne o pesce. Può essere ridotto in marmellata o mostarda.

Commercializzazione
Il prodotto è immesso in commercio nella tipologia Ficodindia di San Cono DOP, nelle varietà: Sulfarina o Nostrale (detta anche Gialla), Sanguigna (detta anche Rossa), Muscaredda o Sciannarina (detta anche Bianca). Gli Agostani sono disponibili sul mercato nei mesi di agosto e settembre, i Tardivi o Scozzolati invece da settembre a dicembre; vengono confezionati in cassette di legno, plastica e cartone, oltre che in vaschette di plastica e cartone; tutte possono contenere alveoli. Le tre cultivar, secondo tradizione, possono essere presenti all’interno della stessa confezione. I pesi variano da 500 g fino a 5 kg. Le categorie commerciali ammesse sono Extra e Prima.

Nota distintiva
La presenza di ampie vallate con buona irradiazione solare e ventilazione, clima mite durante tutto l’anno, sono responsabili dell’elevato contenuto di antociani che determinano il colore acceso di buccia e polpa del Ficodindia di San Cono DOP. L’altitudine moderata e un’ottima gestione delle risorse idriche contribuiscono invece allo sviluppo di frutti dalle dimensioni maggiori e con un più alto contenuto zuccherino.

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