La Cozza di Scardovari DOP è un mollusco bivalve dalla forma allungata con conchiglia di colore nero-violaceo appartenente alla specie alloctona Mytilus galloprovincialis.
Metodo di produzione
Le fasi di depurazione, lavorazione e confezionamento della Cozza di Scardovari DOP vengono effettuate con l’acqua dell’omonima Sacca e devono essere svolte nel territorio circostante. La semina e l’accrescimento del seme possono essere effettuate solo in vivai all’interno della Sacca di Scardovari e ogni pescatore predispone le reste in modo da avere una densità di 10 – 15 unità per metro quadro. Il seme viene raccolto raschiando le superfici sommerse, pescando su banchi naturali o catturando la semina che si fissa su corde o appositi collettori posizionati negli allevamenti in mare, prospicienti il Delta del Po. La raccolta è manuale e avviene quando il prodotto raggiunge la taglia minima commercializzabile di 5 cm. Il prodotto raccolto deve essere consegnato al punto di sbarco con modalità che ne consentano di verificare la qualità, e da qui deve essere portato agli impianti di depurazione di Scardovari con mezzi dotati di cassone isotermico. Al termine della depurazione il prodotto viene confezionato in un sacchetto a rete di plastica, stoccato in cella ad una temperatura di 6°C e avviato direttamente alla spedizione in giornata, o al massimo il giorno seguente, a seconda delle ordinazioni.
Aspetto e sapore
La Cozza di Scardovari DOP presenta valve bombate, di circa 6-8 centimetri di lunghezza, forma quasi triangolare e sottili striature concentriche. All’interno il colore è viola-madreperlaceo ma questo aspetto può variare in relazione al ciclo produttivo e al sesso. Dal guscio escono filamenti bruni robusti, attraverso i quali il mollusco si fissa alle reti o ad altri sostegni. Dato il suo basso tenore di sodio, il prodotto si caratterizza per una carne gradevole e delicata, dal sapore dolce.
Zona di produzione
La zona di produzione della Cozza di Scardovari DOP è identificata con la Sacca di Scardovari e i territori delle frazioni di Scardovari, Ca’ Mello e Santa Giulia nel comune di Porto Tolle, in provincia di Rovigo, nella regione Veneto. Il termine “sacca” individua un insenatura che ha una superficie di 3.200 ettari e una profondità media di 1,5 – 2 metri; essa rimane in comunicazione con il mare aperto attraverso una “bocca lagunare”.
Storia
La prima Cooperativa di pescatori locali della Sacca di Scardovari è del 1936, a cui ha fatto seguito, nell’ultimo secolo, una trasformazione molto rapida del territorio, che ha portato, dopo l’alluvione del 1966, alla configurazione attuale della Sacca. A partire da questo momento, grazie anche all’abilità degli operatori, si iniziò la sperimentazione dell’allevamento di mitili in piccoli vivai all’interno della Sacca, come alternativa alla pesca in mare.
Gastronomia
La Cozza di Scardovari DOP va irrorata d’acqua continuamente, si conserva al massimo per due giorni in frigorifero. Deve essere consumata previa cottura.
Commercializzazione
Il prodotto è immesso in commercio come Cozza di Scardovari DOP. Le cozze sono commercializzate vive – in confezioni chiuse di rete blu, dal peso di 1 kg e 5 kg, sottovuoto o in atmosfera protettiva – o trasformate, surgelate con o senza guscio, in confezioni di plastica o altro materiale idoneo.
Nota distintiva
Le caratteristiche qualitative, fisiche e organolettiche della Cozza di Scardovari DOP sono il risultato delle peculiarità ambientali della Sacca da cui prendono il nome (in particolare la bassa salinità delle acque). La sua reputazione è documentata dalle foto della Festa della Cozza di Scardovari, risalenti agli anni Ottanta, testimonianza di una realtà produttiva che coinvolge molti operatori e aziende familiari. La notorietà del prodotto è cresciuta nel tempo varcando i confini nazionali e riuscendo a raggiungere i mercati di diversi paesi europei.

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