La Clementine di Calabria IGP sono gli agrumi ottenuti dalle cultivar, selezioni clonali e mutazioni gemmarie: Spinoso, SRA 63, Comune, Hernandina, Fedele, Tardivo, Marisol e di Nules.

Metodo di produzione
Le Clementine di Calabria IGP sono coltivate su terreni di medio impasto in impianti che presentano una densità massima pari a 1.200 piante per ettaro, diffusi soprattutto nelle aree costiere e in quelle pianeggianti, ad altitudini comprese tra 350 e 600 metri s.l.m. La forma di allevamento prevalente è quella “a chioma piena” con disposizione delle piante a rettangolo. Inoltre, le piante devono essere opportunamente distanziate da quelle del mandarino, in modo tale da evitare l’impollinazione incrociata che porterebbe alla produzione di frutti con semi. La raccolta viene eseguita solo una volta durante tutto l’arco dell’anno, nel periodo che intercorre tra ottobre e febbraio.

Aspetto e sapore
Le Clementine di Calabria IGP presentano una forma sferoidale leggermente schiacciata ai poli e hanno calibro minimo di 16-18 mm. La buccia appare liscia, di colore arancio scuro, con numerose ghiandole oleifere. La polpa è succosa, deliquescente e aromatica, caratterizzata da assenza di semi o da un numero esiguo di essi.

Zona di produzione
La zona di produzione delle Clementine di Calabria IGP interessa diversi comuni delle province di Reggio Calabria, Catanzaro, Cosenza, Vibo Valentia e Crotone, nella regione Calabria.

Storia
Le Clementine di Calabria IGP sono un ibrido fra l’arancio amaro e il mandarino comune e sono l’agrume più redditizio per la precocità e per la bontà del frutto. La nascita è probabilmente avvenuta all’inizio del Novecento nell’orto di un orfanotrofio di Misserghin, in Algeria, dall’incrocio tra il mandarino Avana e l’arancio amaro Granito, a seguito di semine dirette effettuate da Padre Clément Rodier (dal quale hanno tratto il nome). Secondo un’altra ipotesi, invece, l’ibrido sarebbe più antico e proverrebbe dalla Cina, il prete algerino l’avrebbe semplicemente introdotto nel Mediterraneo. Tra il 1930 e il 1950 la coltivazione delle clementine si è diffusa in Calabria, dove questo agrume ha trovato il suo habitat naturale, diventando da allora una coltura stabile ed estremamente rilevante sia per l’economia che per le tradizioni della zona.

Gastronomia
Le Clementine di Calabria IGP si conservano in frigorifero, dove mantengono inalterate le loro caratteristiche anche per settimane. Generalmente vengono consumate al naturale, ben mature, a fine pasto, ma sono ampiamente sfruttate anche nella preparazione di sorbetti, succhi, sciroppi, liquori – molto noto è del resto il liquore alle clementine – marmellate e macedonie, nonché di dolci a base di frutta di stagione, come la “torta di arance e clementine” e la “mousse di clementine e ricotta”. Ricoperte di cioccolata o candite sono una vera golosità, degna dei palati più sopraffini. Ad ogni modo, questi agrumi si stanno facendo strada anche tra i primi piatti: ne sono esempio i “tagliolini con zucchine e Clementine di Calabria IGP”, ricetta molto semplice da realizzare con pasta fresca, zucchine, clementine, pistacchi tritati e scalogno, il tutto aromatizzato con vino bianco, olio extravergine di oliva, foglie di menta fresca, sale e pepe. Le Clementine di Calabria IGP sono largamente utilizzate, inoltre, dall’industria cosmetica per la preparazione di prodotti quali lozioni tonificanti e maschere per la pelle, che risultano particolarmente apprezzate.

Commercializzazione
Il prodotto è immesso in commercio nella tipologia Clementine di Calabria IGP. è commercializzato in confezioni opportunamente sigillate di capacità minima pari a 0,5 kg e multipli.

Nota distintiva
Poiché crescono in una zona a clima mite e regolare, le Clementine di Calabria IGP sono le uniche che giungono a maturazione molto precocemente, già ai primi di ottobre.

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