La Nocciola di Giffoni IGP si riferisce al frutto allo stato secco ottenuto dalla varietà di nocciolo Tonda di Giffoni della specie Corylus avellana L.

Metodo di produzione
Le forme di allevamento utilizzabili sono quelle generalmente usate nella zona vocata, riconducibili alle coltivazioni cosiddette “a cespuglio policaule”, “a vaso cespugliato” e “ad alberello”, con una densità per ettaro non superiore a 660 piante. Sono ammesse anche forme di allevamento diverse, come quella “a siepe” e “a Y”, condotte nel rispetto delle caratteristiche proprie del prodotto. Negli impianti ,inoltre, è ammessa la presenza di varietà di nocciolo diverse dalla Tonda di Giffoni nella misura massima del 10%, per consentire una adeguata impollinazione. Essendo una cultivar abbastanza precoce, la raccolta inizia dalla terza settimana di agosto. Le nocciole vengono poi selezionate e calibrate, depositate in luoghi ben areati, privi di odori e di umidità, per essere sottoposte a processo di essiccazione, con cui si porta il prodotto ad avere un livello di umidità del 5-7%. Le nocciole destinate all’uso industriale sono sgusciate con rulli e tostate in forni ventilati ad alte temperature.

Aspetto e sapore
La Nocciola di Giffoni IGP è formata da un guscio legnoso di medio spessore e di colore marrone con striature più scure, inoltre presenta un seme di forma sub sferica, color avorio, facilmente pelabile, di ottima consistenza e molto aromatico.

Zona di produzione
La zona di produzione della Nocciola di Giffoni IGP comprende alcuni comuni della provincia di Salerno, nella regione Campania.

Storia
La Nocciola di Giffoni IGP vanta origini antichissime. La regione Campania viene considerata il luogo dove la coltivazione del nocciolo affonda le sue radici più indietro nel tempo. Il nome antico del nocciolo, avellano, deriva dalla città di Abella, oggi chiamata Avella, in provincia di Avellino. Già dal III secolo a.C. numerosi scrittori e poeti latini ne attestarono la presenza in Campania e negli scavi di Ercolano esiste un affresco dove sono raffigurate le piante di nocciolo. Alcuni resti di nocciole carbonizzate si trovano anche nel Museo Nazionale di Napoli. Le prime testimonianze certe sulla nocciolicoltura specializzata in Campania, ed in particolare sulla coltivazione della Nocciola di Giffoni, risalgono al Medioevo. Ma è solo grazie all’intensificarsi dei rapporti commerciali con il resto d’Italia e con l’estero, durante il periodo borbonico, che questa produzione assunse un importante ruolo economico. Verso la fine del Settecento, Vincenzo De Caro, storico salernitano, riferendosi alla sua terra d’origine, il Giffonese, scriveva: “l’albero della nocella è a tutti noto che alligna meravigliosamente nella maggior parte del nostro demanio”.

Gastronomia
La Nocciola di Giffoni IGP si conserva in ambienti asciutti, freschi e areati. è ottima se consumata al naturale, ma anche come snack ricoperto di cioccolato o in abbinamento al miele o nel torrone. Non manca l’uso in piatti a base di carne o nella preparazione di numerose pietanze, come dolcetti, torte, gelati, creme, ma anche primi piatti e liquori alla nocciola. Inoltre, molto diffuso è il suo uso nell’industria di trasformazione in particolare in quella dolciaria.

Commercializzazione
Il prodotto è immesso in commercio nella tipologia Nocciola di Giffoni IGP. è commercializzato in guscio, all’interno di sacchi di tessuto (juta) e/o altro materiale idoneo; sgusciato, in sacchi di carta o di tessuto, in scatole di cartone o in altri materiali idonei. Il prodotto è reperibile in commercio anche trasformato come Granella e Farina di Nocciole di Giffoni IGP. è inoltre utilizzato come ingrediente di prodotti trasformati disponibili in commercio quali pasta, crema e dolci a base di Nocciola di Giffoni IGP.

Nota distintiva
La Nocciola di Giffoni IGP è particolarmente adatta alla trasformazione industriale perché resiste bene a tostatura, calibratura e pelatura dando vita a prodotti lavorati e semilavorati di altissima qualità.

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