Nuove competenze progettuali per un’esperienza gastronomica più coinvolgente.

Anche l’occhio vuole la sua parte. La cultura del bello però in cucina non viene relegata esclusivamente ad un mero concetto di vanità, ma si colloca come presupposto di un altro tipo di bellezza: quella legata al piacere di un’esperienza gastronomica appagante.

Nel campo del food, quindi, il ‘bello’ deve inevitabilmente essere associato al ‘buono’ per raggiungere il proprio scopo. Da questo presupposto è nato il concetto di Food Design.

Un Food Designer (o Designer del settore alimentare) è una figura professionale che riesce a coordinare la progettazione di un piatto coniugando un insieme di tecniche con l’obiettivo di creare una preparazione elaborata ed esteticamente rappresentativa di un messaggio che viene trasmesso in due passaggi: prima comunicando in maniera immediata, prima dal punto di vista visivo, poi del gusto.

E’ una forma d’arte creativa ma estremamente complessa, concettualmente parlando: il Food Designer, che inevitabilmente è chef o pasticcere professionista, dà gli input principali che li cliente/fruitore finale fa propri in due step smontando l’architettura di una preparazione che sparisce dal piatto e viene interiorizzata piano piano – nel vero senso della parola.

Molti addetti ai lavori che si dedicano al Food Design sono concordi sul fatto che un’esperienza gastronomica resta più a lungo nella memoria di un cliente quando va a coinvolgere più sensi; ecco perché, alla complessità di una preparazione, viene abbinata anche una presentazione verbale che sia altrettanto consapevole e coinvolgente. In questo modo viene stimolata prima la vista, poi l’interesse verso la storia che si sviluppa dietro il piatto e infine il gusto, chiamato ad amplificare qualsiasi stimolazione precedente.

Una nuova dimensione del food e dell’esperienza gastronomica. Competenze vecchie e nuove che si fondono in una figura professionale che diventa riferimento culinario e progettuale di un nuovo modo di vivere la cucina.

Feuerbach diceva: “L’uomo è ciò che mangia”Bellezza visiva, bontà svelata dopo un primo assaggio, messaggi coinvolgenti veicolati con criterio, una storia degna di essere raccontata. Chi non vorrebbe avere tutte queste qualità?